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    PISTOLA SEMIAUT. GLOK MOD.17 GEN.3 CAL 9X21

PISTOLA SEMIAUT. GLOK MOD.17 GEN.3 CAL 9X21

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La nuova Glock generation 4 è arrivata anche in Italia. Trent’anni sono passati dalla produzione della prima polimerica austriaca, che stupì il mondo per l’innovativo fusto in polimero, l’assenza di sicure manuali e lo scatto Safe action con il grilletto equipaggiato di sicura automatica. Quest’anno, però, il mito della Glock cambia faccia, adottando le nuove concezioni dettate dallo sviluppo e dalle esigenze di mercato che sempre di più condizionano la fase progettuale e produttiva. Tanti i modelli Glock in catalogo, ma la 17 rappresenta il must della gamma e, come nelle più blasonate autovetture oggetto di vari restyling, è la prima a vestirsi a nuovo. Al momento, le pistole Glock prodotte con le caratteristiche Gen 4, sono il modello 17 e il modello 22 (cioè, in pratica, sempre la 17 in .40 S.&W.). A un primo sguardo non si nota più di tanto, ma una delle novità più importanti della Gen 4 sta nell’impugnatura. Non parliamo solo del nuovo grip, diverso anch’esso dalla Gen 3, ma della modularità del backstrap, con la possibilità di cambiare i dorsalini dell’impugnatura. La Glock, al contrario di altri aspetti concettuali che l’hanno resa famosa e che tuttora ne fanno un’arma di fama mondiale, è arrivata un po’ in ritardo nell’adozione dei dorsalini. Tra le più significative concorrenti sotto questo aspetto, Beretta Px4 Storm, Smith & Wesson Military & Police, Springfield XdM, Cz Sp-01 Phantom, Heckler & Koch P30, Ruger Sr9. Il sistema Mbs (Modular back strap), come viene definito dalla Glock, è composto da due dorsalini addizionali che all’occorrenza possono essere montati sopra quello che equipaggia di serie l’arma. Al pari delle antagoniste, anche la Glock ha quindi tre conformazioni: quella di base, la medium e la large. L’applicazione dei dorsalini può essere eseguita direttamente dal tiratore senza la necessità di mano esperta e, tramite l’apposito strumento fornito con l’arma, si può sfilare il perno di ritenzione e sovrapporre il dorsalino desiderato in pochi istanti. Il perno di ritenzione, sfilato per l’applicazione del dorsalino, va poi ricollocato per il bloccaggio, ma per l’utilizzo dei dorsalini medium e large, è necessario inserire un perno più lungo. Alla semplicità di montaggio si affianca l’abilità dei tecnici Glock, che sono riusciti a creare una sovrapposizione del dorsalino praticamente perfetta, priva di “scalini”. Questa nuova modularità della Glock, rende più confortevole e personalizzabile l’impugnatura che, nelle tre versioni del backstrap, soddisfa l’esigenza degli operatori con mani di diversa grandezza, senza modificare l’angolo dell’impugnatura, l’assetto basso della canna e degli organi di mira. Oltre all’aspetto estetico (l’arma appare evidentemente più grande con il dorsalino large), si viene a modificare anche il trigger reach, ovvero la distanza tra il grilletto e l’estremità posteriore dell’impugnatura. Con il dorsalino di serie abbiamo rilevato una distanza di circa 82 mm, con il medium 84 mm e con il large 86 mm. Con la sicura al grilletto disattivata, i valori si abbassano in tutte le configurazioni di circa 3 mm. È chiaro quindi che, oltre all’aspetto della comodità di presa sull’arma, nel cambiare il dorsalino va valutato anche l’aspetto della distanza dal grilletto. I due dorsalini sono dotati di una puntinatura grippante che riprende quella dell’impugnatura e al loro interno hanno una serie di informazioni utili al tiratore: “17” e “22”, per significare che possono essere montati su questi modelli di Glock Gen 4; “2” e “4” a indicare lo spessore in millimetri; “L” e “M” per contraddistinguere la versione large e medium. Nelle armi con fusto in tecnopolimero, spesso capita che la presa sull’impugnatura non sia così ferma e stabile come su altre armi, con la conseguenza di far scattare nell’utilizzatore il desiderio di aumentare il grip. In commercio sono disponibili kit per migliorare quest’aspetto, composti per la maggior parte da strisce adesive antiscivolo. Alcuni preparatori e tiratori, però, non soddisfatti, creano texture personalizzate utilizzando il saldatore a stagno. I tecnici della Glock, consapevoli di questa “scivolosità” dei fusti in tecnopolimero, avevano già creato una variante alla Generazione 3, la versione Rtf2 (Rough texture frame, presentata nel 2009), con un’impugnatura molto grippante studiata per l’utilizzo con guanti tattici. Da quella versione si è passati alla Gen 4, che ha una texture che costituisce una via di mezzo con un grip leggermente meno pungente. Anche dal punto di vista estetico è evidente la differenza del tratteggio tra le cuspidi della Gen 3 e la nuova Gen 4. Il front strap, come nella precedente versione, ha leggere nervature per l’appoggio delle dita della mano forte. Anche l’incavo per il pollice della mano forte è stato ripreso nella nuova versione ed è posizionato tra la leva hold open e lo sgancio caricatore. Pressoché invariata la struttura del frame, con leggere modifiche nella parte interna dove scorre il nuovo guidamolla. Stessa sorte anche per il carrello-otturatore, che in alcuni punti è stato fresato per consentire l’innesto del guidamolla. Dal vecchio guidamolla in plastica con molla incorporata, si è passati a un sistema combinato a due molle telescopiche con componenti in acciaio. Il nuovo complesso guidamolla misura circa 82 mm, con un peso di 20 grammi, il doppio rispetto al precedente in plastica. Il sistema a due molle telescopiche non è una vera novità nella armi Glock, visto che anche la serie 26 ne è equipaggiata. In quel caso, però, si hanno le stesse componenti della Glock 17 Gen 3, con guida molla in plastica e molle con spire sottili. Il recoil system della Glock 17 Gen 4, invece, è completamente in acciaio con molle dalle spire di diametro più che raddoppiato rispetto alla Gen 3. L’adozione del nuovo sistema di recupero del carrello/ otturatore, dovrebbe garantire una migliore gestione del rinculo e del rilevamento con un conseguente vantaggio in termini di controllabilità dell’arma. Per far posto al nuovo guidamolla si è dovuti intervenire in più punti modificando il foro dell’alloggio sul carrello, visibile anche dall’esterno, e la parte interna del frame. Anche la canna, praticamente identica nelle caratteristiche tecniche principali, è stata modificata nell’appendice su cui appoggia il guidamolla. SGANCIO NUOVO Altri aspetti che contraddistinguono la Gen 4 sono il nuovo sgancio caricatore e una nuova serie di caricatori. Nelle varie versioni della Glock, lo sgancio caricatore è stato fin dai primi modelli oggetto di leggere modifiche che hanno sempre avuto come obiettivo il facilitarne l’utilizzo, dedicando nelle ultime versioni particolare attenzione anche ai tiratori mancini. Creare uno sgancio caricatore che possa essere gestito con comodità, sicurezza e praticità d’uso, non sempre è cosa facile: se è troppo piccolo, sotto stress no lo si trova, mentre se è troppo grande si rischia di perdere il caricatore per un azionamento involontario. Con la nuova versione si è andati a intervenire soprattutto sulla forma, e non sulla sporgenza. Confrontando le due versioni di sgancio caricatore della Gen 3 e della Gen 4, abbiamo rilevato che la larghezza è rimasta invariata, mentre la lunghezza è più che raddoppiata. Si è passati dai 5 mm della Gen 3, ai quasi 12 mm della Gen 4. Questa modifica è stata pensata non solo per agevolare l’operazione di sgancio nella conformazione di backstrap originale, ma soprattutto per migliorare l’azionamento con dorsalino medium e large. L’aspetto più innovativo è, però, che il pulsante può essere rovesciato sul lato destro, per i mancini. I caricatori, realizzati in lamierino stampato rivestito di polimero, sono identici ai vecchi nella struttura, ma differenti per la presenza della doppia fresatura che va a “dialogare” con il dente del pulsante sgancio caricatore. In pratica, i caricatori della Gen 3 non possono essere utilizzati se lo sgancio caricatore viene montato sul lato destro per un tiratore mancino, non avendo la svasatura di ritenzione dedicata. I nuovi caricatori invece, possono essere impiegati sia sulla vecchia sia nuova versione, indipendentemente dalla posizione dello sgancio. La svasatura presente nella parte inferiore dell’impugnatura, utile nel caso in cui si debba aiutare manualmente la fuoriuscita del caricatore, è stata pressoché eliminata, con il backstrap che prosegue fino in fondo. In ogni caso, in caso di necessità, i pochi millimetri rimasti sono sufficienti per “strappare” via il caricatore.

GLOCK
330784 PISTOLA GLOK MOD.17 GEN.3 CAL 9X21

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